IL LANCIO DI BASE
Un buon lancio nasce dalla sensibilità tattile della mano di chi lo esegue, che riesce a distinguere ogni più piccola variazione di velocità , pressione, progressione e angolazione dei momenti spinta e degli stop, che sono alla base della corretta esecuzione.
Questa sensibilità guida qualsiasi tipo di lancio in tutte le sue fasi, averla o non averla fa una grandissima differenza, acquisirla con l’esercizio e un buon istruttore non sempre è possibile, si può sicuramente raggiungere un buon livello, ma per eccellere, secondo me, con questa dote ci si deve nascere.
Detto questo proviamo a capire quale sia il percorso più giusto per chi inizia.
Fare da soli non è possibile, ci vuole un esperto che dia una corretta impostazione, ed elenchi chiaramente quali sono i movimenti che si devono fare ma soprattutto quelli da non fare, e con la canna in mano ve li mostri tutti uno per uno.
Pretendere di spiegarli tutti per iscritto, e pretendere di essere capiti, secondo me sarebbe un utopia, per questo mi limiterò per ora alla descrizione del lancio di base, che e il motore di tutti gli altri.
La canna va impugnata più in basso possibile, il pollice deve essere posizionato esattamente nella posizione opposta a quella del mulinello, cioè sopra.
Per eseguire tutte le fasi del lancio con scioltezza senza affaticare la muscolatura stringere l’impugnatura solo nei momenti di spinta (applicazione della massima energia), in tutte le altre fasi tenetela morbidamente, trattatela come se fosse un uovo che da un momento all’altro si può rompere, in questo modo si attenueranno anche tutte quelle vibrazioni che si formano nelle due fasi (avanti-indietro).
Dalla posizione di partenza con la coda stesa per alcuni metri a terra davanti a chi lancia, il primo movimento da farsi è quello di proiettarla alle spalle iniziando con un movimento lento ma progressivo in aumento, esprimendo il massimo della velocità tra le ore dieci (inizio della progressione di spinta A.) e le tredici ( momento stop B.), in quest’ultima posizione, inizia il rallentamento e l’accompagnamento della coda nella sua traiettoria arrivando con il cimino della canna alle ore quattordici e trenta.
Nel fare questo non solo si permette un migliore scorrimento della stessa negli anelli, ma si attenuano le vibrazioni che sempre si formano in questa fase, date il tempo alla coda di stendersi alle spalle, nel frattempo con la punta della canna saremo tornati alle tredici, da questo punto si deve fare il procedimento inverso, si inizia una progressione in avanti con massima accelerazione tra le ore dodici (inizio progressione di spinta B.), dieci o nove e trenta(momento stop A.), qui inizia la fase di accompagnamento e ammortizzazione delle vibrazioni, puntando la canna nella direzione della coda ci permetterà una sua ulteriore uscita dagli anelli guadagnando qualche metro in distanza.
La progressione è assolutamente necessaria ed importante, deve essere espressa in modo che nei due tragitti di spinta massima (avanti –indietro), il cimino della canna caricato dal peso della coda viaggi in linea retta, ogni più piccola incertezza o variazione di velocità e traiettoria influirà negativamente.
Questi movimenti sono alla base di tutti i lanci conosciuti variando, velocità, direzione e piano di lancio.
Anche nei rollè e in tutte le sue varianti c’è un tratto di coda rettilineo che funge da motore di trascinamento.
Per correttezza di informazione c’è da dire che anche in questo caso esistono due categorie di lanci, quelli per pescare (che sono eseguiti sempre in acqua), e quelli per le dimostrazioni di lancio (eseguiti sempre su prato).
Per imparare correttamente servono entrambi, è chiaro che alcuni dei più spettacolari lanci fatti su prato non sono eseguibili in acqua, o viceversa.
Quelli su prato servono per familiarizzare con l’attrezzo, irrobustire la muscolatura e imparare a fare distanza, che non è mai fine a se stessa.
Sull’acqua per presentare una qualsiasi mosca nel modo più opportuno ed efficace, in tutte le situazioni, anche le più proibitive,che si possano incontrare lungo i nostri corsi.
Questi due modi di lanciare sommandosi ci consentiranno di affrontare con disinvoltura ogni possibile situazione.
Questa è pura teoria, per riuscire è necessario metterla in pratica, il consiglio che mi sento di darvi è quello di esercitarvi su prato edi andare a pesca il più possibile.
Comunque per consolarvi se non riuscirete ad eccellere nel lancio posso dirvi che conosco dei mediocri lanciatori, che mettendo in atto alla perfezione tutte le strategie di pesca sono degli eccellenti pescatori, a buon intenditor…..
TRAZIONE SEMPLICE
Questo accorgimento favorisce moltissimo il lancio di base, e la sua esecuzione non presenta grandi difficoltà.
Attuandola si eviteranno code molli e poco veloci, classiche di chi inizia, il tutto è demandato alla mano sinistra e alla sua escursione, nel lancio base questa rimaneva passiva, ora non più.
Se nell’attimo che solleviamo la coda per proiettarla alle nostre spalle abbiamo già la mano sinistra vicino all’impugnatura, nel momento che inizia la progressione la portiamo rapidamente all’altezza della cintola dei pantaloni trazionandola, otterremo un maggiore caricamento della canna e la coda volerà alta e veloce alle nostre spalle.
Sin dall’inizio della progressione del successivo lancio in avanti, la mano sinistra, che era all’altezza della cintola, si porterà quanto più possibile in basso, trazionando ancora la coda permetterà a questa di proiettarsi in avanti con estrema facilità e con un lungo shooting.
Praticamente la mano sinistra scendendo verso il basso, opererà un'unica trazione sulla coda, ma che è rivolta a due fasi di lancio ben distinte (indietro, avanti).
La riuscita o meno di quanto descritto, è sempre proporzionale al grado di coordinazione che il singolo lanciatore è in grado di esprimere, ma è indubbio che metterla in atto porterà dei vantaggi a tutti.
DOPPIA TRAZIONE
Proverò a descrivere questo lancio , la coordinazione per poterlo eseguire correttamente deve essere assoluta, queste due righe non hanno la pretesa di insegnarvelo ma solo di farvi avere un’idea della sua esecuzione e complessità.
La descrizione è volutamente sintetica per evitare passaggi inutili che farebbero solo confusione.
La partenza per la descrizione di tutti i tipi di lancio è sempre la stessa, sei o sette metri di coda distesi a terra davanti a noi.
Da questa posizione inizia una progressione di spinta per proiettare la coda alle nostre spalle, con massima accelerazione tra le ore nove e ore tredici, fin dall’inizio di questo tragitto di massima spinta la mano sinistra trazionerà la coda verso il basso, quanto più possibile, consentendo di caricare ulteriormente la canna.
La coda viaggerà alta e veloce alle nostre spalle, in questo momento dobbiamo salire con la mano , avvicinandoci al primo passante della canna, così da permettere il suo scorrimento all’indietro, in questo istante si lascia la coda per farla scivolare negli anelli della canna, bloccandola di nuovo a corsa esaurita (in pratica stiamo eseguendo uno shooting alla rovescia ).
A distensione avvenuta, si inizierà la progressione di spinta in avanti, dalle ore tredici alle ore dieci, anche in questo caso dall’inizio della massima accellerazione la mano sinistra, che è rimasta vicino al primo passante della canna, trazionerà la coda quanto più potrà, portadosi molto velocemente in basso dietro di noi.
Questo caricherà moltissimo la canna, permettendo alla coda di schizzare velocissima in avanti, con un lunghissimo shooting.
In questo caso le trazioni complete operate dal braccio sinistro sulla coda sono due, ben distinte tra di loro, una si mette in atto nel lancio all’indietro( la mano tirerà sulla coda per tutta la sua escursione e risalirà successivamente posizionandosi quanto più possibile vicino al primo anello la seconda completa trazione avviene nel successivo lancio in avanti dove la mano sinistra che già era vicino al primo anello ritrazionerà la coda per tutta la sua escursione.
Per attenuare le vibrazioni ( notevoli in un lancio così ), è necessario stringere l’impugnatura solo quando si applica la massima energia, in pratica anche nel trasferire questa dalla nostra mano alla canna è necessaria una stretta progressiva, in base alla forza che il momento, o la fase richiede.
Nei due momenti di shootin, cercare sempre di tenere in linea la canna con la coda, questo accorgimento ne asseconderà l’uscita non di poco.
Il video allegato chiarirà tutto, dandovi l’idea anche sull’impostazione del corpo nello spazio.