STRATEGIE

UNA DOVEROSA PRECISAZIONE

Qualcuno ancora pensa che la mosca sia una tecnica limitativa, e che si possa usare solo in luoghi sgombri e ampi, in certi momenti e condizioni.
Se conosciuta in tutte le sue  varianti, permette di prendere pesci in ogni stagione dell’anno in qualsiasi luogo (anche nel torrente più infrascato), e in mano a pescatori più che  esperti è il sistema più micidiale che esista (per trote, temoli e cavedani).
Solo in un caso è poco praticabile,quando ci sono acque decisamente limacciose.

 

ULTERIORI STRATEGIE VINCENTI

Il segreto di un ottimo pescatore è tutto qui, trovare il giusto COMPORTAMENTO in ogni situazione è sempre la carta vincente, spiegarlo per iscritto nella sua totalità sarebbe impossibile, la pesca in generale non si può codificare, tanto meno la pesca con la mosca, la ragione è molto semplice, spesso non si verificano  le stesse condizioni lungo i fiumi o torrenti neanche a distanza di un solo giorno, figuriamoci dopo un mese, neanche le stagioni nel corso degli anni si presentano mai uguali.
Solo  una notevole dose di esperienza, sommata all’intelligenza e alla logica può farci superare l’esame che  tutte le volte che ci rechiamo a pesca affrontiamo, esistono tuttavia alcune nozioni di base che aiutano molto, di queste ora parleremo.
Puoi avere la migliore attrezzatura del mondo, lanciare come un Dio, ma non servirà a nulla se non conosci e rispetti certe regole.

La prima è quella di amare questo sistema e metterlo in atto con estrema umiltà, rispettarne l’etica  senza riserve, portare avanti tutte la tecniche cercando di non fossilizzarsi su nessuna, la completezza è sempre un’arma vincente.

Un saggio capo indiano dei territori del nord diceva:  “La terra non è degli uomini, sono gli uomini ad essere della terra”.
Di conseguenza quando ci si avvicina ad un fiume bisogna sentirsi ospiti e comportarsi come tali; “LA NATURA E’SEMPRE PADRONA”, le dobbiamo tutto il rispetto.
Fondersi con  essa nel vero senso della parola significa già partire con il piede giusto, il nostro abbigliamento è fondamentale, niente colori violenti o scuri come molto spesso  si vede, i più indicati sono; cachi, beige, nocciola, sabbia, verde chiaro e grigio chiaro, mischiati tra di loro è ancora meglio, se la figura è formata  da più colori fa meno macchia rendendo l’immagine totale meno percettibile.
Lungo i corsi generalmente c’è molta vegetazione, questa spesso si muove sotto l’azione del vento creando un movimento di luci e ombre a cui il pesce è da sempre abituato.
I toni chiari  spaventano molto meno di quelli scuri, la classica mimetica direi che è perfetta se prevalgono toni chiari e luminosi.
Perturbare il posto il meno possibile, dobbiamo muoverci lentamente, cercando di non trasmettere vibrazioni al terreno e di non creare onde in acqua, come ci muoviamo è fondamentale.


Anche se il pesce ci ha visto, avvicinandoci lentissimamente, potremmo arrivargli anche ad un metro, questo perché con un movimento cosi lento non ci reputerà mai un pericolo, tenersi  quanto più possibile in ombra aiuta a non farci scorgere, allo scoperto l’unica manovra possibile per restare fuori del cono visivo e quella di tenersi bassi il più possibile, tenendo presente che i pesci vedono a trecentosessanta gradi, e che più stazionano in profondità più questo si allarga.

 

Ora siamo in mezzo al torrente dove lanciamo le nostre insidie secche o sommerse che siano, qui entra in gioco il nostro senso dell’acqua, averlo o non averlo fa la differenza, si può tentare di spiegarlo,ma la sua acquisizione completa può avvenire solo con l’esperienza.

Le leggi della natura per gli animali selvaggi non consentono errori, la pena che si paga in questo caso e sempre la morte, i pesci non sfuggono a questa regola e per non soccombere devono posizionarsi dove possono trovare rifugio e cibo.

Sono le correnti che trasportano questo cibo, ed hanno la tendenza a concentrarlo in determinate zone che cambiano al variare dei livelli, intuire quali siano non è impossibile, basta gettare una manciata di foglie in acqua e vedere dove la corrente le porta o le accumula, si disporranno lungo un tracciato ben preciso, tutto ciò che viaggia sopra o sotto viene indirizzato in questi luoghi, il pesce li conosce benissimo e quando è in caccia si disporrà nelle immediate vicinanze mettendosi nelle posizioni in cui consumerà la minor energia possibile, non farà altro che aspettare che gli giunga a tiro.

I nostri corsi non sono enormi, con una attenta osservazione non e difficile intuire quali siano i posti migliori. I fondi vecchi, quelli che le piene modificano solo in casi eccezionali, sono i luoghi migliori, si riconoscono dalla presenza di alghe che incrostano i sassi del fondo donandogli quel caratteristico color verdastro, In essi ci sarà sempre più fauna bentonica che altrove, e dove c’è più cibo ci saranno più pesci, sono validi sempre, maggiormente all’inizio di stagione.

Scartare sempre in ogni stagione dell’anno i fondi chiari, questo colore indica che è un fondo molto recente, di conseguenza sarà quasi privo di fauna, qui i pesci non sosteranno mai.

Nei luoghi con una notevole pressione di pesca, i posti classici d’attesa della trota sono cambiati, seguono sempre una logica dettata dalle regole precedentemente elencate, ma la loro individuazione è molto più difficile, addirittura” imprevedibile”, in queste condizioni solo una notevolissima esperienza può essere di aiuto, in mancanza di questa si vedranno i pesci fuggire da sotto i piedi. Cercate di memorizzare questi luoghi e le loro caratteristiche, potranno tornarvi utili in futuro.

Ci siamo mimetizzati, sappiamo dove lanciare la nostra insidia, che cosa mettiamo in fondo al nostro finale? E meglio pescare a galla sommerso con la ninfa, o a streamer?
Con quale criterio sceglieremo una tecnica invece di un’altra? 
Non parleremo in questo caso di imitazioni specifiche, ma di linee guida per la loro scelta, e messa in opera  secondo i luoghi e i livelli del corso che stiamo affrontando.
Quando si parla di livelli bisogna precisare che: uno si riferisce alla portata stagionale di un corso, che può variare in base al periodo, e alle precipitazioni, l’altro alla profondità media dello stesso  dovuta dalla sua conformazione.

Scegliere un artificiale non è poi cosi difficile, la prima considerazione da fare è il livello medio del corso in cui peschiamo,  ipotizziamo che sia medio basso (profondità massima nei punti più profondi un metro), in queste condizioni i pesci sono sempre disposti ad alimentarsi a galla anche in assenza di schiuse, in simili condizioni si può tranquillamente pescare in caccia a galla fuori schiusa. Useremo una imitazione generica, che evochi tutto ma non imiti niente, le taglie che useremo saranno legate al luogo in cui le impiegheremo, su amo quattordici per le acque più tranquille e basse, il dodici per le medie e il dieci per la più turbolenta o profonda .
Altra tecnica adatta fuori schiusa è la ninfa non eccessivamente piombata, o la sommersa non appesantita data la scarsa profondità,  usata sia in caccia che a vista, la scelta dell’artificiale in questo caso presuppone la conoscenza della fauna bentonica del corso, ma ci si può affidare anche a classiche ninfe o sommerse supercollaudate.
In presenza di bollate, l’emergente dell’insetto in schiusa  insieme alla sua ninfa di superficie presentati con un lungo finale sottile saranno la chiave del successo, si può verificare in questa circostanza che le trote appostate subito sotto la superficie non prendano  le nostre imitazioni galleggianti, se  nel momento in cui la trota rompe la tensione superficiale si vede la pinna dorsale e la coda che nel suo movimento disegna una esse,  stanno prendendo le ninfe che risalgono dal fondo, un artificiale che viaggi cinque dieci centimetri sotto la superficie, può risolvere la situazione, una leggerissima trattenuta nel momento che entrano in zona bollata le rende micidiali.

Se la profondità media fosse  più di un metro e mezzo,  in questo caso i pesci si nutrono a galla solo ed esclusivamente in presenza di schiuse,  negli altri lo faranno sul fondo o a mezz’acqua, in simili luoghi è necessario  pescare sommerso, per questo gli artificiali devono essere piombati al loro interno, uno sbaglio che commettono tutti è di piombarli troppo rendendoli innaturali, e difficilissimi da lanciare, un semplice filo di rame o piombo rigirato intorno al gambo prima di effettuare la costruzione basta e avanza anche nelle corrente più turbolenta.
La soluzione migliore è quella di usare due imitazioni a risalire, una ninfa piombata in basso e uno spider, la prima imitativa, la seconda deve evocare tutto e non imitare niente, per permettere un miglior affondamento è necessario evitare quanto possibile il dragaggio, delle leggerissime trazioni serviranno invece ad animarle, questo accorgimento vale anche per la sola ninfa.
Nei corsi più tranquilli e nelle risorgive è necessario essere molto imitativi, la pesca in caccia è sempre controproducente, in simili luoghi le nostre mosche devono rispettare; taglia, immagine, tono generale del colore e livello di transito degli insetti naturali presenti in quel momento.
Le tecniche più adatte sono l’emergente (in presenza di bollate), la ninfa a vista di superficie o piombata, nei momenti in cui i pesci stanno più a fondo.
Questi esempi valgono solo con portate stagionali e temperature ottimali, nei casi in cui le acque siano più alte, fredde e vorticose (inizio di stagione marzo aprile), prevarranno quelle tecniche che porteranno i nostri inganni sotto la superficie, incluso l’uso degli streamer, proprio questi sono i momenti migliori per impiegarli.
In tutti questi casi vanno minuziosamente rispettate tutte le regole precedentemente elencate, e non solo, consiglio di non tempestare mai di lanci le superfici dove svolgiamo la nostra azione, il più delle volte sono proprio questi  che disturbano il luogo.
Ho costatato che questi sono inversamente proporzionali alla bravura del pescatore, quindi non lanciate molto e a casaccio, fareste la figura dei pivelli.
Per affrontare al meglio una qualsiasi postazione ci vuole calma e ragionamento, la prima considerazione da fare è dove la corrente convoglia l’eventuale cibo presente in quel momento, in che luogo il pesce possa sostare in attesa, o dove esso stia bollando, mai lanciare subito in questa zona, prima sondare tutte le altre  partendo dalle più vicine.
Quando dirigeremo il nostro lancio sul bersaglio dovremo usare la massima attenzione, è “IMPORTANTISSIMO”arrivarci con allunghi sempre molto calibrati, non si deve correre il rischio di effettuarne uno troppo lungo, che rovinerebbe dragando irrimediabilmente la nostra presentazione mentre un lancio troppo corto non spaventerà mai il pesce.
Il Lancio più efficace è sempre un laterale curvo quando è possibile.
Ci sono due casi particolarissimi in cui possiamo tempestare di lanci la nostra preda, quando cerchiamo di imitare una schiusa, in questo caso il pesce deve sostare abbastanza a galla ed essere più che tranquillo, ogni volta che gli passa l’imitazione sulla verticale deve con i suoi spostamenti dimostrare  curiosità per essa e non fastidio, novanta su cento salirà a prenderla .
Con la ninfa a vista, se il pesce è tranquillo e continua ad alimentarsi normalmente anche dopo ripetute presentazioni del nostro artificiale, che deve assolutamente imitare ciò di cui il pesce si nutre in quel momento, in questo caso ho notato che numerose  presentazioni, non troppo ravvicinate può scatenare nel pesce un riflesso condizionato che lo induce ad abboccare.

 

La scelta del luogo in base alla stagione è molto importante, all’inizio quando fa ancora freddo (marzo aprile), meglio cercare acque meno vorticose, dal livello medio non eccessivo e portata stagionale nella norma , se tende al basso è meglio.
I corsi collinari o di mezza montagna, le risorgive,  i tranquilli torrenti d’inizio pianura sono i luoghi ideali , se rivolti a mezzogiorno è ancora meglio, qui si potranno verificare nelle ore centrali condizioni favorevoli anche per una schiusa, prima e dopo questa ninfa e sommersa saranno le tecniche più adatte al periodo.

Maggio, Giugno e metà Luglio sono i mesi migliori in assoluto, le portate ottimali favoriranno schiuse copiose in tutto l’arco della giornata, con insetti di notevole dimensione(mosca di maggio, grande perla ecdyonurus ecc.), è il periodo delle grandi trote a galla, tutti i corsi ora sono nelle condizioni migliori sia i piccoli, che i grandissimi, consiglio di battere maggiormente quelli dove la presenza di queste è certa, in questo  momento  saliranno anche su imitazioni secche, agganciarne una di cinquanta centimetri con una emergente di mosca di maggio è una sensazione che non ha eguali, e tutti gli altri sistemi scelti secondo logica avranno il massimo della resa.
Agosto e settembre sono i mesi più caldi in assoluto, meglio cercare fiumi e torrenti in quota con acque più vorticose, ossigenate e ombreggiate, le schiuse sono diminuite è il momento dei chironomi, delle piccole effimere  in schiusa, dell’imitazione della formica alata per la caccia.
Le ore migliori sono le più fresche (mattino, tardo pomeriggio fino a sera), solo negli ultimi quindici giorni prima della chiusura si può verificare un ritorno di fiamma, a patto che nei giorni precedenti abbia piovuto e rinfrescato, con un innalzamento del livello con relativa pulizia del fondo e il ritorno alla normalità, in questo periodo le trote iniziano a portare a maturazione le gonadi, per poterlo fare devono nutrirsi di più, ma le stagioni non sono tutte uguali, questo evento molto favorevole può anche posticipare a fine Ottobre o alla prima quindicina di Novembre.
Tutto ciò che abbiamo trattato fino ad ora “crolla come un castello di carte” se anche una solo dettaglio non viene messo in opera nel giusto ordine e modo.

 
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