CRONACA DELLA MIA APERTURA

 

Corso scelto per l'apertura

Passata la ressa dei primi due giorni i nostri torrenti tornano alla quasi normalità, i più hanno lasciato la scena del massacro, mai come quest’anno mi è capitato di vedere così tante trote morte perché slamate male.
Tutte le regioni Italiane dovrebbero vietare l’amo con l’ardiglione, è proprio lui la causa di questa carneficina.
Dopo aver girovagato per due giorni nel centro Italia visitando diversi luoghi, faccio in modo di trovarmi verso le dieci di martedì 2 marzo nel prescelto, i livelli sono ottimi con acqua chiara e bassa, i fondi sono maturi, il tempo è coperto e minaccia pioggia, faccio un giro per vedere se ci sono altri pescatori e ne individuo uno molto più a valle ma è in procinto di smettere.
La giornata non promette male, ci sono tutti i presupposti per divertirsi, speriamo bene!
Scendo al fiume alle undici esatte, canna di dieci piedi per coda quattro, ma ne metto una del cinque dato che ho intenzione di iniziare a sommersa, preparo uno dei miei soliti finali per due mosche, in testa metto l’imitazione della  ninfa di B.RODANI leggermente piombata su amo grub del dodici e come seconda la classica ma insostituibile MARCH BROWN spider, sempre su amo dodici.

 

Inizio a sondare tutte le zone in cui l’acqua rallenta,” in questo periodo preferite dalle trote”,il fiume è  inanimato.
Verso le dodici qualche effimera inizia a salire dalla superficie dell’acqua,  poco dopo aggancio la prima trota, una fario autoctona di circa trenta centimetri dai colori bellissimi, che rilascio rapidamente.
Ne seguono altre due molto simili come taglia e colori, poi più nulla, mi rendo  conto che il posto si sta animando notevolmente, i pesci iniziano a mettersi allo scoperto.
Nelle pozze le trote si stanno posizionando vicino alla superficie e non abboccano più alle sommerse, è ora di passare alla secca, anche perché nel frattempo è iniziata una schiusa di B.RODANI.


Cambio coda e ne metto una del quattro con un finale di circa sette metri, tip del dodici a cui lego una emergente di B. RODANI su amo del quattordici e inizio a pescare a galla “sono le ore tredici”.
Ho scelto proprio bene questo corso appenninico dai livelli medio bassi che raramente va in piena, è l’ideale in questo periodo.
Da ora in poi non c’è storia, le abboccate si susseguono fino alle ore quindici con innumerevoli esemplari di trenta, trentacinque centimetri sempre autoctoni.

 

Trota fario (rilasciata) Trota fario (rilasciata) Trota iridea (trattenuta)

Sono proprio soddisfatto, è da diversi anni che non incontravo condizioni cosi favorevoli, e me ne rallegro.
Inizio a smontare la canna, ma l’occhio sempre attento cade su di una corrente laterale, dove vedo un ombra scura degna di attenzione, si muove lentamente nella corrente,rimetto la coda nei passanti e rilego l’imitazione al finale, faccio un paio di passate buone con la secca ma non succede nulla,  la trota sta ninfando.
Cambio finale,  mi accingo ad offrigli una imitazione sommersa di hydropsichidae con la tecnica della ninfa a vista, al primo passaggio buono la vedo partire verso l’imitazione, intuisco la presa e come la trota si gira per tornare alla sua posizione conto fino a due e ferro al tre.

Una furia, ma mi accorgo dopo il primo salto che è una iridea di circa quaranta centimetri, che delusione!  Come mai si trova qui?.. Mistero!!!!
Mi sento il dovere di togliere quello schifo dal fiume, che non meritava questo insulto e lo faccio senza nessuna esitazione.
Conoscendo la purezza della fauna del posto da più di quarant’anni,  effettuarci una cattura cosi  ha rovinato completamente la mia giornata.   “ PAZIENZA” !!!!

 
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